SABRINA PAIOLA: un’arte di linee e colori

La prima sensazione che si vive ed atta a descrivere la pittura di Sabrina Paiola è quella di una piacevole quiete.

Osservare i dipinti dell’artista, infatti, significa lasciarsi trasportare in un Eden la cui amenità è generata da un connubio di elementi giustapposti con naturalezza e armonia, frutto di una combinazione delicata e accorta di toni cromatici e da un uso sapiente e sicuro della linea.

Una dimensione eterea, al raggiungimento totale della quale, oltre la pura e diretta osservazione delle tele, si potrebbe aggiungere in sottofondo gli echi melodici di una ‘‘Cloudbank” di Julianna Barwick e a quel punto l’immersione sarebbe tale da travalicare il confine oggettivo imposto dai limiti della tela ed entrare in un labirinto all’interno del quale ”l’occhio procede senza riconoscersi, rigorosamente sviato da un capriccio lineare che si sottrae per raggiungere un fine segreto”, in conseguenza del quale ”si elabora una dimensione nuova che non è il movimento, né la profondità e tuttavia ce ne dà l’illusione” (H. Focillon, Vita delle forme).

All’apparente semplicità formale fa da contraltare un cromatismo generato da un complesso abbinamento tra toni tale da dare ritmo all’immagine, generare movimento, animando in tal modo la tela che assorbe il colore conformandosi all’insieme e annullando il concetto stesso di quadro.

S. Paiola, Icosaedro, acrilico su tela, 1998, courtesy l’artista

In ”Icosaedro” è questo gioco tra modulazione cromatica e andamento curvilineo del pesce a generare una sensazione di movimento che non solo pare trascinare con sé il solido facendolo ruotare su se stesso, ma annulla l’impressione di una dimensione appiattita dell’immagine, conferendole al contrario profondità e dinamismo, in virtù anche delle delicate sfumature dei fondali che rendono le atmosfere magiche e trascendentali, tali da stimolare lo spirito.

Muovendo da un naturalismo di fondo, Sabrina Paiola lo traduce in ornamento decorativo, in una maniera non dissimile da quanto già avvenuto con la corrente Liberty, movimento artistico al quale l’artista molto si ispira e del quale ne condivide alcuni tratti, a partire dal ricorso ad una linea avvolgente e dinamica e di conseguenza il concetto stesso di ”spazio”, il quale <<non si dà come esistente, ma si crea continuamente dall’esterno, dal ritmo della linea avvolgente, nell’atto del farsi: non si propone come spazio esplosivo, ma implosivo; si crea dalla superficie, dal nastro che si curva, che si attorce, che si manifesta come involucro che si modula e arricchisce a guisa di scorza preziosa>> (L. Vinca Masini, Art nouveau).

Caratteri che emergono con evidenza in quella che forse è l’opera concettualmente e stilisticamente più complessa dell’artista, ”La spirale di Fibonacci”, espressione del giusto raccordo tra sintesi formale dell’immagine per mezzo della linea spiralizzante e l’idea di questa come forma primigenia dell’ordine cosmico e della sua armonia; figura favorita dalla Natura, la quale, come scritto da Mario Livio ne La sezione aurea, l’ha scelta come suo ornamento, perché <<la Natura ama le spirali algoritmiche: dai girasoli alle conchiglie, dai vortici agli uragani alle immense spirali galattiche>>.

S. Paiola, Spirale di Fibonacci, acrilico su tela, collezione privata, courtesy l’artista

È la linea dunque l’impronta caratterizzante la pittura di Sabrina Paiola; la stessa che delinea i volti delle sue donne, di quelle figure iconiche, la cui raffigurazione è anch’essa ridotta ad una sintesi di elementi di cui, tuttavia, non tralascia di farne emergere la seduzione.

Volti preraffaelliti, figure senza tempo , eredi delle eteree donne di Mucha (come ad esempio la figura femminile che domina sul gonfalone realizzato per l’ultima edizione del Palio dell’Assunta di Paliano-Fr), di quelle spigolose e sfuggenti di Tamara de Lempicka (Corrado’s World) e di quelle aristocratiche di Frida Kahlo (Flora).

Donne iconiche, per l’appunto, la cui eleganza è sublimata da un’espressività che le rende distanti, disperse nell’universo senza confine della tela, tanto naturali nell’aspetto quanto surreali nell’espressione e nell’animo.

L’arte di Sabrina Paiola non si limita, però, alla sola pittura su tela. L’ultimo lavoro dell’artista, infatti, la vede impegnata nella realizzazione di una pittura murale nel centro storico del comune di Paliano (Fr), dove risiede.

Oltre tre mesi di lavoro, durante i quali ha avuto occasione di vivere un’esperienza nuova, che l’ha vista confrontarsi con la curiosità degli abitanti, ai quali ha potuto offrire in tal modo la possibilità di assistere alla genesi di un’opera d’arte, far loro vivere un contatto diretto con l’arte.

Abbandonando i motivi astratti e ornamentali che caratterizzano in genere i suoi dipinti, l’artista in questo caso ha proceduto ad un recupero di un naturalismo organico legato al tema sviluppato, ossia il raggruppamento in una sorta di giardino botanico della flora e fauna locali, per la realizzazione dei quali ha operato uno studio accurato frutto di ricerche e di osservazione diretta.

Particolare del murale realizzato da Sabrina Paiola a Paliano, 2018

È affascinante osservare l’artista mentre dipinge, vedere la delicatezza con cui tratteggia quelle linee decise che sembra carezzino la tela e, come per magia, lasciano emergere il disegno, il quale, citando nuovamente la Vinca Masini, <<si crea dalla superficie, dal nastro che si curva, che si attorce, che si manifesta come involucro che si modula e arricchisce a guisa di scorza preziosa>>.

Tutto questo arricchisce un lavoro già di per sé estremamente sofisticato pur nella sua semplicità: Sabrina Paiola è in grado in tal modo di unire talento e passione, bellezza e tecnica, col risultato di dar vita ad opere nuove, in cui riveste il tratto moderno di una patina vintage, l’eredità di una tradizione assunta come fonte di ispirazione e via maestra.

-Alessio Celletti

SABRINA PAIOLA REALIZZA ANCHE LAVORI SU COMMISSIONE (dipinti, murals, decorazioni,  ed altro). Di seguito i recapiti: