Il canto della sirena: il ritorno di Manuela Galasso

Il 22 settembre è uscito Il canto della sirena nuovo singolo dell’artista Manuela Galasso: un brano insolito, reso prezioso dalla collaborazione con Sara ”Rossina” Tommasini (voce) e Fausto Marrucci (produzione musicale)

di Alessio Celletti

Manuela Galasso
Manuela Galasso, autrice e produttrice de Il canto della sirena. Courtesy l’artista

Di Manuela Galasso avevo già avuto modo di parlare in passato (qui). Un’artista che mi aveva colpito per la sua capacità di sfidare le convenzioni; per il suo innato spirito di libertà e per quella dolcezza del suo viso che pareva troppo in contraddizione con la sua anima rock.Oggi torna con un brano che sembra mettere in discussione tutto il suo percorso, o forse semplicemente è l’ennesima dimostrazione della sua capacità di rinnovarsi e della sua infinita sete di sperimentare.

Il canto della sirena: l’annunciata rivoluzione di Manuela

Il canto della sirena rappresenta, infatti, una nuova tappa nel percorso musicale di Manuela e forse la più radicale. Un brano atipico se si considera il curriculum musicale dell’artista; sorprendente? Non più di tanto, conoscendo con chi si ha a che fare. Non è infatti nuova a simili brusche virate: dalla scelta di slegarsi da qualsiasi legame con etichette discografiche per avviare una propria impresa indipendente fino al proseguire il suo percorso artistico in totale autonomia.
Una donna che si sta costruendo e che ha sempre dimostrato di abbracciare le novità e le sperimentazioni che la totale autonomia del suo lavoro le consente. Il canto della sirena si allontana indubbiamente dalla verve aggressiva e rumoreggiante del metal – che rimane sempre il suo primo amore- per abbracciare un’armonia in scala minore, arabeggiante, che costruisce un ponte tra passato e presente.
È un brano ipnotico, ammaliante e la voce di Sara ‘’Rossina’’ Tommasini, che si fonde e si disperde tra le note, riesce a creare un’atmosfera suggestiva, a tratti mistica.

Dialoghi tra una navigatrice e una sirena

Non c’è dubbio che Il canto della sirena lasci stupiti. Eppure, Manuela ci aveva in qualche modo avvisati, con Pirati e fantasmi, pubblicato nel 2011 con la VideoRadio e Io non tornerò del 2013; ma è risaputo che nessuno crede a Cassandra, e questi brani potevano dar l’apparenza di una profezia che mai si sarebbe avverata. Ma erano scintille, preludio ad una grande esplosione annunciata, tanto languida quanto stupefacente, che ci catapulta, con le sue sonorità che strizzano l’occhio al mondo ambient/chillout – per assemblare le quali è stato fondamentale il supporto di Fausto Marrucci – in un mondo lontano, tra le onde del mare e indefinite terre disperse nel tempo e nello spazio.  
Il brano racconta di un dialogo tra una navigatrice e una misteriosa creatura.
Senza bisogno di nasconderlo, si sa che le sirene sono delle astute bastarde, capaci di sedurre col loro canto (eredità della musa Calliope, loro madre) e far naufragare i poveri naviganti. Gli Argonauti ebbero la fortuna di essere aiutati dal dio Orfeo che sottrasse loro la voce; l’astuto Ulisse fu messo in guardia dalla maga Circe. Ma cosa se nessuno ti mette in guardia dal pericolo?
La sirena del brano è una creatura astuta, che fino alla fine tiene celata la sua identità e subito sa dove colpire la navigatrice che vede stanca, delusa dalle nuove rotte esplorate abbandonando le acque, fonte primaria della vita, per andare alla ricerca di una serenità che nel mare agitato dalle onde e abitato da demoni blu sembra non trovare.
Musica – questo è il nome della creatura – sa bene che la navigatrice non può stare a lungo lontana; che per quanto possa esplorare cose nuove, prima o poi è da lei che deve tornare.
Un brano intenso, che Sara ‘’Rossina’’ Tommasini ha saputo rendere proprio, donando con la sua voce un lato accattivante, provocatorio e a tratti rabbioso: la sirena è un’inflessibile madre, dura nelle sue parole, ma dolce nel sussurrarle, quasi fosse una ninna nanna che, nel ritmo in crescendo, ipnotizza, lascia incerti sul da farsi. Fuggire o cedere alle sue lusinghe?
Un brano che non è solo un inno alla musica, ma anche un riconoscimento alla tradizione neomelodica italiana, dalla quale in qualche modo, almeno per chi nasce in questo Paese, siamo tutti influenzati e che ha alle spalle prove eccelse specie dal punto di vista della comunicazione, della poeticità dei testi.

<< Secondo me nascendo in Italia, appena ci avviciniamo alla musica ancor prima dei generi più “colti” (classica, concettuale, jazz ecc) o esportati da altri paesi (blues, rock, metal ecc), siamo subito catapultati nel melodico mondo del cantautorato tipico della canzone popolare del nostro paese e, che ci piaccia o meno, anche se talvolta lo neghiamo ne siamo indottrinati inconsciamente sin da piccoli.
Inoltre, pur mai abbandonando il mondo rock/metal, nel mio percorso musicale ho avuto anche esperienze in band i cui componenti faticavano a vedere oltre il cantautorato nazionale e li ho avuto modo di affinare la scrittura cantautoriale/narrativa in lingua italiana (prima scrivevo in inglese che “metricamente” è molto più semplice da adattare alla musica rock e metal)>>.

Il canto della sirena è il preludio ad un nuovo album?

Ogni navigatore prima o poi sente il bisogno di fermarsi e forse per Manuela è stata un’esigenza; lei che ha sempre camminato sul ciglio del baratro, pronta a lanciarsi pur sapendo che la caduta potrebbe lasciare ferite.
Il canto della sirena è stato un salto nel vuoto più rischioso degli altri: è strano non vederla impugnare la chitarra e scaricare su di essa tutta l’energia rock che emana in ogni fibra del suo essere.
È stato azzardato, forse, ma lei può permettersi di osare. Lo conferma il successo che ha ottenuto in questi anni, testimoniato dai numerosi riconoscimenti ricevuti.
Sui progetti futuri ancora nulla di definito. Come Manuela stessa ha dichiarato: << Per me è ancora prematuro affermare se sarà o meno il preludio di un nuovo lavoro di quel genere, ci sono ancora molte variabili che devo valutare e affrontare ma mi piacerebbe molto, tant’è che ho altro materiale di questo tipo in attesa di ulteriori sviluppi nell’ottica di proseguire su questa strada. Intanto posso dirti che ci stiamo divertendo un sacco con la cantante Sara “Rossina” Tommasini, (l’interprete della mia sirena) a rivisitare tipiche ma soprattutto atipiche cover che ci permettano di giocare e scoprire sonorità per noi nuove con un approccio diverso dell’uso di chitarra e della voce a cui siamo abituate nei soliti contesti.  Inoltre sto collaborando con delle registrazioni molto più classiche sul rock/heavy metal con dei musicisti molto motivati, il che mi permette di mantenere attiva la mia carica che con il passare degli anni si sa, ha più bisogno di essere sgranchita>>.
Non ci resta dunque che aspettare e nel mentre lasciarsi tentare da questa affascinante creatura e immergersi in una fiaba dagli esiti imprevedibili.

Il video ufficiale de Il canto della Sirena di Manuela Galasso. Produzione: Iris Macrì e M.G. Courtesy l’artista