La Divina Commedia in 100 Borghi. La nuova performance di Matteo Fratarcangeli

La Divina Commedia in 100 Borghi, il nuovo tour itinerante di Matteo Fratarcangeli che, in occasione dei 700 anni dalla scomparsa di Dante Alighieri, rende omaggio al Sommo Poeta portando girando l’Italia in 100 giorni per portare in 100 borghi uno dei 100 canti della Divina Commedia.

di Alessio Celletti

La Divina Commedia in 100 borghi di Matteo Fratarcangeli

C’è un dilemma che da anni attanaglia critici ed esegeti della Divina Commedia: come leggere il poema dantesco? Bisogna, cioè, accettarlo per quel che è, un poema medievale, o si devono trovare tratti che ne giustifichino un’universalità proiettata sino ai giorni nostri?
Dopo 700 anni, l’opera di Dante Alighieri ancora pone domande, dubbi, interpretazioni. Tutte sembrano essere valide e tutte confutabili. L’allegoria e il simbolismo che ne sorreggono l’impianto, d’altronde, aprono ampi spiragli critici, che lasciano supporre che in fin dei conti il poema deve essere apprezzato per essere il riflesso di un tempo in cui si ponevano le fondamenta che avrebbero traiettato la Storia verso la modernità e la contemporaneità. Il mondo di Dante ci affascina e ci cattura perché in esso ritroviamo quegli elementi che hanno plasmato la nostra identità di cittadini.
Questo perché Dante, nel tentativo di spiegare l’aldilà per il lettore nell’al di qua, ha dovuto creare un paesaggio che fosse al contempo reale e immaginifico e che trova nella metafora del viaggio un ponte tra il passato (quello latino e cristiano) e il presente.  Un viaggio fatto da pochi per la salvezza di tutti.

Pellegrini nel tempo e nello spazio

Con La Divina Commedia in 100 Borghi, Matteo Fratarcangeli si avventura all’esplorazione di quel mondo alla ricerca di quei punti di contatto tra tempi, luoghi e spazi separati da secoli e da vicende che apparentemente rendono la Divina Commedia un’opera ‘’d’altri tempi’’.  Apparentemente, perché il linguaggio della Commedia, nel suo significato e nel suo significante è tale da proiettarsi oltre il tempo dantesco, quello medievale, e divenire parabola della contemporaneità, delle sue divisioni, del senso di perdizione e svuotamento interiori, del suo abbandono politico e sociale.
Come Dante, anche Matteo Fratarcangeli si farà pellegrino in un viaggio che non è ultraterreno, ma fisico, nel senso di ricerca di un contatto diretto con la realtà e, al contempo, un abbandono delle certezze dell’esistenza e come elevazione verso qualcosa che non ci appartiene. Il viaggio come scoperta di sé nella gioia di esserci.
Se c’è un tratto che distingue questa performance dalle altre pubbliche rappresentazioni della Commedia è nel fatto che il performer non si pone in una posizione di superiorità rispetto all’uditorio, come una sorta di maestro, ma diventa pellegrino tra pellegrini, alla ricerca di risposte a domande collettive. Il suo viaggio diventa esperienza di riflessioni e condivisioni comuni in un rapporto di reciproca parità, svelando così la grande potenza della scrittura e della visione dantesche.

100 borghi e 100 giorni di Divina Commedia 

Se dapprincipio le tappe selezionate di questo viaggio erano centrate su una scelta ‘’iconologica’’ -nel senso limitata ai borghi citati da Dante nella Commedia -, il patrocinio dellAssociazione ‘’Borghi autentici d’Italia’’ e della partecipazione dell’Associazione ‘’Borghi della Lettura’’ ha consentito di ampliare la mappa del viaggio. Sono entrate così a far parte dell’itinerario località simbolo come Amatrice e Arquata del Tronto (come luoghi di distruzione fisica sono divenuti emblemi di una ricostruzione morale e culturale) o Subiaco e Ventotene, quali simboli della cultura e dell’identità occidentale ed europea.
<< L’idea è quella di dare un respiro all’opera che va oltre i confini anzi abbraccia una cultura più vasta dove noi ci riconosciamo. Ogni giorno arriverò nel borgo, cercherò di dare importanza al viaggio fisico che andrò a compiere cercando di far emergere la bellezza dei paesaggi attraverso i social, di perdermi in esso cercando di entrare in piena sintonia con la realtà. Parlo di realtà perché proprio tutto il progetto si struttura sulla realtà fisica, il contatto diretto (non virtuale) con la popolazione e il borgo>>.

La Divina Commedia oltre i confini della rappresentazione

<< La manifestazione ha una scenografia molto minimalista: un leggio, un microfono, una cassa. L’idea è quella di non spettacolarizzare ma performare a tal punto che le persone possano riflettere attivamente e non essere spettatori passivi>>.

È questa una caratteristica di tutte le performance di Fratarcangeli, cioè abbattere il confine tra scena e platea per creare un’interazione che non sia solo mero spettacolo, ma coinvolgimento emotivo, partecipazione attiva alla rappresentazione. In passato parlando della sua arte (qui) si rivelava come nel rivisitare il genere della performance, egli faccia riemergere quella sacralità rituale di una imprescindibile connessione emozionale con il pubblico.
<<Un cerimoniale sacrificale dove vengono messe sul piatto le nostre convinzioni ed i nostri punti di vista>> per usare le parole dell’artista.
Nel caso, poi, della Divina Commedia tutto questo è amplificato, in virtù di quella sorta di ‘’aurea sacrale ‘’ che aleggia intorno all’opera, che la rende patrimonio collettivo e custode di valori nei quali tutti si riconoscono.
Un’esperienza, dunque, immersiva, emozionale, riflessiva.

<<E quindi uscimmo a riveder le stelle>>

Una struttura dello spettacolo che richiama l’antica tradizione dei cantori, degli aedi, che viaggiavano di città in città portando con sé i racconti di una tradizione leggendaria e collettiva; ma richiama anche la tradizione popolare dei racconti nelle piazze o nelle case, intorno al fuoco; tutte esperienze di ritrovo e messa in condivisione di un patrimonio che si sente come proprio, nel quale ci si identifica e di cui ciascuno ne trae una lettura personale che mette in comunione con altri. Da una storia ne nascono. È forse questa la magia della tradizione orale: solcare il terreno per le generazioni future; raccogliere i frutti di esperienze diverse per cercare in esse il filo che si riannoda alla realtà.
L’unione di questi elementi con il ritrovarsi nuovamente in pubblico ad assistere agli eventi culturali dopo un anno di restrizioni, sarà per il pubblico una valvola di sfogo; un’opportunità per tornare a dare voce alle proprie emozioni; l’occasione per uscire a riveder le stelle…

L’itinerario delle 100 tappe de La Divina Commedia in 100 borghi sono consultabili sul sito www.ladivinacommediain100borghi.it