”SAVING MR. BANKS”. Le origini di ”Mary Poppins”

MR. BANKS: un personaggio, due padri.
E. Thompson e T. Hanks in una scena del film
”Saving Mr. Banks” è un film del 2013 diretto da J. L. Hancock. La storia si basa sulla reale vicenda dell’incontro tra  Walt Disney( interpretato nel film da Tom Hanks) e la scrittrice Pamela L. Travers (Emma Thompson) per la cessione dei diritti relativi al romanzo ”Mary Poppins”. Tra i toni della commedia e del dramma, il film ripercorre lo scontro tra due grandi personalità: il genio creativo di Walt (come amava farsi chiamare dai suoi conoscenti) e il rigore e la freddezza della scrittrice inglese. I rapporti tra i due sono subito difficili. Walt, infatti, vuole creare un film che abbia al centro quella strampalata eroina molto amata dai bambini (primi fra tutti i suoi stessi figli), dandogli il suo tocco fantasioso che di fatto riscrive la storia. La scrittrice inglese pone immediatamente il veto ad ogni modifica che possa stravolgere la vicenda. L’idea che la sua creazione divenga una produzione per bambini la irrita e soprattutto non può permettere che Walt rimodelli Mr. Banks, rendendolo un padre burbero e ossessionato dal lavoro. Soprattutto Mr. Banks non può avere i baffi! La lunga diatriba si snoda sullo sfondo dell’elaborazione del progetto, affidata a due creativi che propongono l’inserimento nella pellicola di brani musicali e personaggi animati; dall’altro continui flashback ripercorrono le tappe dell’infanzia di Pamela. Il rapporto con il padre Goff (Colin Farrel) è il motivo ispiratore del romanzo e la ragione profonda del rifiuto della scrittrice a riscrivere il personaggio di Banks. Banchiere, alcolizzato, scrittore fallito, Goff è per la piccola Pamela un eroe, un padre che verso di lei mostra tutto l’amore che riesce ad andare ben oltre i fallimenti della sua vita. Un uomo che lotta tra le sue difficoltà e il disperato tentativo di non deludere quella bambina così vivace e fantasia, nei cui occhi vede il rammarico quando viene sorpreso ubriaco sul posto di lavoro.

C. Farrell nel ruolo di R. Goff Travers

Ammette la sconfitta quando si umilia pubblicamente. La bambina, tuttavia, crea attorno al padre un’aurea immaginifica di un personaggio che trascende l’uomo. Suo padre incarna quel suo mondo fatto di racconti. E’ il personaggio che anima la sua visione fiabesca dell’esistenza. Motivo che la induce a fissarlo dentro il dipinto irreale che solo l’amore fanciullesco è capace di produrre. Non vuole vedere Pamela chi realmente è suo padre. Per lei quel debole è nella sua irrealtà tutto l’opposto e soprattutto è tutto ciò che lei desidera: un padre. Non vuole deluderlo e quando lui ricorre a lei per procurarsi da bere, non esita ad accontentarlo. Ridotto immobile a letto, un giorno le chiede di procurargli delle pere. Lei corre a cercarle, ma quando torna suo padre è morto. Da quel giorno odierà fortemente quel frutto. Durante la tribolata degenza, ecco giungere all’improvviso, come sospinta dal vento, una strana figura. Appare sulla soglia; ha uno strano cappello, un buffo ombrello col manico a forma di pappagallo e una grande borsa che sembra contenere di tutto. E’ la zia Ellie (Rachel Griffiths), giunta a prestare aiuto alla famiglia. Lei sarà Mary Poppins!

Rachel Griffiths nella scena dell’arrivo di zia Ellie
Per Pamela il romanzo è il riscatto della figura paterna e la sua espiazione per non aver fatto abbastanza per salvarlo. Si spiega così il rifiuto a renderlo un uomo tediato dalla vita e rigido nei confronti dei figli. Suo padre non era così; non può accettare che diventi il personaggio negativo della trama; un uomo che può apparire al pubblico l’opposto di come lei lo desidera. Walt comprende le ragioni di Pamela, ma le contrasta per un motivo. In mr. Banks lui vede suo padre. Lo rimodella adattandolo a quella sua figura e anche lui è spinto a ricercare  un qualche motivo che possa rendere dignità al genitore. Pamela lentamente comprende tutto questo. Alla fine accetta di firmare la cessione dei diritti, ma non vuole saperne nulla del film e di tutto il resto e torna a Londra. Sola in quella sua casa inizia a riflettere e decide di partecipare alla prima proiezione del film. Accolta dall’invadente autista che l’aveva scorrazzata  durante il  lungo soggiorno, Pamela si rende conto dell’effetto che il suo romanzo ha prodotto. Ha centrato l’obiettivo. Finalmente suo padre ha riacquistato la dignità che meritava e il mancato successo. Le lacrime durante la visione del finale del film sono liberatorie. Walt ha saputo fondere in un unico personaggio due padri. L’aquilone lanciato in aria è la catarsi e la ritrovata pace. La liberazione nel moto aereo di una serenità finalmente trovata. Mary Poppins ha la sua famiglia felice e può volare via.
La pellicola offre spunto per alcune considerazioni:
1) Il rapporto genitore- figlio: la trama è percorsa dal tentativo, come suddetto, della giovane Pamela di riabilitare, in primo luogo dinanzi a se stessa, il padre; il romanzo genera da questo bisogno di demolire l’immagine pubblica di un uomo, tutto sommato, egocentrico, che spera di vedere in sua figlia la realizzazione di ciò che non riuscì lui stesso ad essere. Dall’altro c’è lei: una bambina che nutre per il genitore un amore devoto tanto da farsi carico della colpa di non essere stata capace di aiutarlo. Da figlia diviene lei stessa genitore. Vede quell’uomo abbandonato da chi gli sta intorno e non vuole che anche quell’unica ancora di salvezza venga meno. Lo aiuta con la sua fantasia; cerca la sua approvazione permettendo che il suo talento venga riconosciuto in primo luogo proprio al padre. Hanno bisogno l’uno dell’altra per esistere, per realizzarsi. Quando lui abbandona ogni speranza, non curante della sofferenza della figlia (pur rammaricato dallo sguardo sofferente e deluso della stessa), lei si aggrappa alla zia Ellie come sostegno nella cura ultima del padre. Mr. Banks, Mary Poppins, i figli. Un romanzo per espiare colpe reciproche e ritrovarsi.
Dall’altra parte c’è Walt. Il suo rapporto col padre è differente. Se Pamela ha il sostegno del padre e vede in un lui un pilastro fondamentale della sua vita, Walt vuole semplicemente dimostrare al padre di essere un uomo che sa farsi valere. Un padre distante, brusco, che non mostra alcun sentimento per i successi del figlio. Mr. Banks è quel padre. Il voler comprendere e far parte della vita del padre e al contempo coinvolgerla nella propria da parte dei figli è lo specchio dell’esistenza di Walt. Tutto quel mondo popolato da personaggi fantastici rappresenta la ricerca del suo essere fanciullo e, al contempo, il suo bisogno di sentirsi padre per tutti quei bambini che sentono la mancanza di una figura genitoriale. E’ una Mary Poppins che giunge in soccorso per regalare momenti di unità familiare e felicità. Non vuole identificarsi col padre, ma essere esattamente l’opposto.
2)  Una seconda considerazione riguarda la costruzione di un film basato su un romanzo e dunque del passaggio dal secondo al primo. Sin dove è legittimo stravolgere una trama? Siamo abituati a tutto questo e il più delle volte il giudizio che ne deriva è negativo, in quanto la trasposizione, per lo più dovuta a motivi tecnici, non rispecchia l’immaginario che ognuno costruisce durante la lettura del romanzo. Pamela si oppone affinché Walt alteri la sua creazione. La sua posizione è legittima? Nel caso in questione Walt, infatti, intende riscrivere totalmente una storia che è creazione di un’altra persona. Il rifiuto della scrittrice è quindi comprensibile. Diverso è l’adattamento della trama al contesto visivo. In questo caso si tratta di adattare scene e tempi del romanzo ai tempi di un film. Si seleziona e si interviene nel rispetto della trama di fondo. Quello che Walt vuole fare, invece, è ribaltare il punto di vista di Pamela e lei vede in tutto ciò semplicemente il desiderio commerciale di un film che può funzionare perché adattato alle pretese del pubblico. Rivendica la paternità della sua opera oltre che per tutto il significato che attorno ad essa ruota, proprio perché è un suo lavoro. Ciò che ci si deve domandare è pertanto fin dove sia legittimo che altri intervengano sul lavoro altrui e se le interpretazioni dell’uno coincidano o rispettino quelle dell’altro (e, di conseguenza, se sia lecito attenersi alla visione dell’autore o lasciare che la libera interpretazione, figlia dell’arte, abbia il sopravvento).

-A. Celletti

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