GRAZIA TODERI, ”ORBITE ROSSE” (2009)

<<Infatti gli uomini sono generati con la legge di ammirare quel globo che tu vedi nel centro di questo spazio e che si chiama terra, ed è a loro data l’anima tratta da quei fuochi eterni, che voi chiamate pianeti e stelle e che, sferiche e incolori, animate da menti divine, compiono i loro giri e le loro orbite con mirabile celerità>>.

M.T. Cicerone, Somnium Scipionis

Orbite Rosse è una installazione video presentata nel 2009 in occasione della 53a edizione della Biennale di Venezia dall’artista italiana Grazia Toderi (n.1963).

Un’opera lirica e suggestiva, un viaggio verso le stelle attraverso la luce, a partire da quella elettrica di una città sullo sfondo e del video stesso, proiettando l’osservatore in un’esperienza immersiva immaginifica dentro un cosmo di atmosfere rarefatte da luci elettriche e illusivamente/allusivamente cosmiche.

La luce anche in questo caso, come in altri lavori della Toderi, diventa la vera protagonista; di essa l’artista ama metterne in risalto l’importanza che ha per l’uomo, del suo influire sui cicli naturali.

Luce emanata dagli astri che fu guida per gli uomini, mappatura celeste che ispirò poeti, riferimento e conforto per viaggiatori e navigatori.

I giochi luminosi che rifrangono in toni rossi generati dal colore delle luci alterati dall’atmosfera sortiscono l’effetto di stratificazioni evanescenti, circoscritte all’interno di orbite le quali, grazie all’accostamento dei due schermi, sembra siano destinate ad incrociarsi. Al loro interno gli effetti cromatici e luminosi mutano costantemente i punti di vista, sicché sembrerà di viaggiare all’interno di nebulose cariche di materia cosmica oppure, al variare dell’intensità luminosa, sarà come osservare la Terra da un punto esterno ad essa.

Con Orbite Rosse Grazia Toderi annulla i confini, crea il punto d’incontro tra l’intervento artificiale dell’uomo e la Natura, entra in un ambiente che assume un unico valore cromatico che ti avvolge nello stesso timbro di luce dell’immagine” (G. Toderi).

Mondi altri frutto di un sapiente sfruttamento di una ripresa fissa su un unico soggetto, dalla cui manipolazione nascono universi, costellazioni, nuove mete.

È la visione razionale e suggestiva tramandata da Lucrezio nel De Rerum Natura, laddove descrive i movimenti dei corpi celesti (vv. 509-533):<< si muovono i lucidi astri; o perché sono chiusi nel cielo le correnti dell’etere trascinante, e cercando una via girano in cerchio, e i fuochi qua e là rapiscono, per le notturne plaghe del cielo; oppure…da una qualche esterna, un’aria fa volgere, movendoli, i fuochi; oppure possono loro stessi strisciare…pascendo qua e là per il cielo i loro corpi di fiamma>>.

È la variazione dello spostamento dell’obiettivo e il tremolio della luce a generare movimento: da esso le suggestioni che rendono questa ed altri lavori di Grazia Toderi affascinanti e capaci di far riscoprire all’osservatore il valore magico della visione.

                                                           -A. Celletti